Data Journalism

‘Come fare’ durante il coronavirus

Cosa hanno chiesto gli italiani a Google

Quando è stato il momento in cui stavamo decidendo di chiuderci in casa? Il momento in cui abbiamo deciso di attrezzarci per affrontare l’epidemia da Covid-19? Il momento in cui ci siamo detti: “è l’ora di riscoprire le tradizioni di una volta”?

La risposta possiamo ritrovarla anche nei Google Trends, quindi nelle ricerche e nelle domande che avete posto al motore di ricerca di Palo Alto. Ho selezionato un periodo di due mesi, 9 febbraio 2020-9 aprile 2020.

Chiedendo a Google Trend di mostrare i risultati del termine di ricerca ‘come fare’, abbiamo immediatamente una sorpresa. Gli italiani non si sono dedicati alla ricerca di come si fanno i panzerotti, i tarallini o la pizza, ma si sono mostrati realmente preoccupati su come proteggersi. Termini di ricerca affini a ‘come fare’ correlati all’argomento salute (in blu nella tree map) ritornano 17 volte su 25 query associate che Google Trends mostra.

Le line chart che seguono mostrano, dunque, il trend delle query associate (ricerche) al termine di ricerca ‘come fare’. Sono distribuiti per argomento: salute, cibo, misure d’emergenza.

I valori sono espressi da 0 a 100 e mostrano il volume di interesse delle ricerche, di una determinata voce in una precisa area geografica con un arco di tempo definito. I grafici sono ordinati secondo argomento e in base alla posizione che ricoprono il 9 aprile nella classifica delle query associate.

Le 25 query associate variano anche solo per un singolare o plurale, per un articolo determinativo o indeterminativo. Per evitare confusioni concettuali ho isolato per ogni argomento le ricerche più interessanti e che ricorrono per prime nella classifica (l’andamento delle 25 query associate e la distribuzione geografica).

LA SALUTE PRIMA DI TUTTO

Quindi, possiamo dire che abbiamo iniziato a preoccuparci di tutelare la nostra salute dal 9 marzo 2020. Quello che ci ha spinto a chiedere il ‘come fare’ però è la mancanza. Non è tanto il voler imparare o sperimentare nuove attività. Ciò che ha mosso gli italiani è stata la mancanza e la privazione di un bene (in quel momento utile) che potesse servire a tutelarsi e “sopravvivere”. Ad aggiungersi alle mascherine c’è l’amuchina. Seppure la query associata ‘amuchina’ è in classifica molto più in basso rispetto a mascherine, è comunque presente già dal 24 febbraio. Perchè nelle farmacie, sanitarie e supermercati non si trovavano più confezioni e quindi: Google come fare l’amuchina a casa?

CHE FINE HA FATTO LA PIZZA?

Passiamo al cibo. Tutti gli italiani si sono chiesti la stessa cosa: come fare il lievito di birra. Altro bene mancante tra gli scaffali dei supermercati che ci siamo subito chiesti come sostituirlo facendolo in casa. Tutto qui, niente biscotti della nonna, niente panzerotti, niente tarallini.

MA POSSO USCIRE DI CASA?

Tra quelle che ho definito le misure di emergenza, intese come ricerche fatte per rispondere a delle necessità, oltre salute e cibo, ci sono ‘autocertificazione’ e ‘spesa online’. Sono due ricerche fatte che sono state sempre presenti sin dal 9 marzo. Uscire di casa oppure no? E se dovessi uscire devo compilare qualcosa?

IPOCONDRIACI E MALE INFORMATI

Cosa si è scoperto. Che gli italiani restano comunque un popolo di cuochi mancati, ma quando si tratta di salute si sa quali sono le priorità. Anche se la smania di amuchina e mascherine denotano più ipocondria e paura che senso di responsabilità. Nessuna colpa è una comune reazione umana.

Tra le linee dei grafici c’è anche altro seppure in minima parte. Alcune ricerche (autocertificazione e tampone) mostrano come gli italiani abbiano avuto serie difficoltà a comprendere la situazione. Sono ricerche che tornano in maniera schizofrenica tra il 9 febbraio e il 9 aprile. Senza dubbio c’è una diffusa diseducazione a comprendere le notizie e le informazioni in maniera corretta e chiara, ma nelle prime settimane dell’emergenza tutto c’è stato fuorché correttezza e chiarezza da parte di chi diffonde informazione.

Dunque, gli italiani su Google si sono dedicati a comprendere come compilare l’autocertificazione e da febbraio cercavano di capire se e come fare il tampone.

Guardando bene, la pizza c’è

Ma quindi alla fine: le poche ricerche su ‘come fare’ cibi è dovuto al fatto che siamo cuochi nati e abbiamo le ricette nel dna? Oppure ci siamo veramente interessati alla nostra salute tanto da non rendere minimamente rilevante ‘come fare’ le orecchiette?

Volete la dimostrazione che ci siamo davvero preoccupati tanto da mettere da parte il cibo? Ogni venerdì cercavamo come fare la pasta per la pizza forse per prepararla il sabato sera. Infatti, il 14 e il 22 febbraio abbiamo chiesto a Google come fare la pizza, ma iniziate le preoccupazioni date dal coronavirus abbiamo messo da parte questo interesse: i venerdì seguenti scompare la ricerca e si ripresenta in altri giorni con valori che arrivano fino a 100 il 21 marzo. Tuttavia, nel periodo preso in considerazione la query associata ‘come fare la pizza’ è risultata al 25 in classifica.